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Giuseppe Granzo

TESTIMONIANZE DI VITA

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GIUSEPPE GRANZO  è nato nel 1951 a Martellago (VE) pittore scultore di origine veneziana,vive e lavora a crocetta del Montello (TV) .
Quando si entra nel suo studio situato a cavallo del Montello, si percepisce subito di essere alla presenza di un caso emblematico nel panorama artistico contemporaneo.
Ci si rende immediatamente conto da quale “ humus” escono le sue opere di pittura o di scultura.Esse  “ nuotano” sul pavimento o “volano” a mezza altezza per planare sul prato verdissimo per impigliarsi infine su tronchi di alberi rinsecchiti dal tempo ed ancorati come fossili arcaici e sgranate policrome  aiole sorte in ordine sparso. Quì le opere di Granzo sono come aquiloni vaganti e sospesi guidati dal “volere” del suo creatore che resiste al contrastante vento delle banalità contemporanee.
Granzo ama la concretezza della nascente sua opera,nella quale la materia ne è l’anima primigenia .Egli possiede una competenza ineguagliabile delle materie strumentali, materie che permettono all’artista di concretizzare genialmente i suoi pensieri.La ricerca che Granzo persegue costantemente,è supportata dalla sua conoscenza professionale della tecnologia chimica e fisica che ogni giorno si arricchisce di nuovi e complessi elementi.
Per questi motivi, L’artista non ha mai sosta.I suoi interessi spaziano dentro ed attorno a tutto ciò che la tecnologia offre sia a livello “micro” che a livello “macro” quindi di valore universale .
I risultati sono eloquenti e pregni sempre di nuova linfa vitale.Cosa ci si può aspettare da questo artistiche con questa dinamica percorre strade tanto impervie ?
IO personalmente penso alle “certezze” che Granzo ha innervato nel suo carattere e che alla fine partoriscono opere che “ripagano” e lasciano il segno!
Vedi i suoi dipinti le cui policromie fissate su materie che ricordano le preziose pareti dei “murales” messicani: guaches che hanno testimoniato amori e guerre nei grandi “palacios” centroamericani. Strati di cultura pittorica che Granzo ha metabolizzato per farne versione estetica “fissata” nel nostro tempo.Nel trasferire il suo pensiero dell’opera bidimensionale
E a quella tridimensionale ,Bepi Granzo entra nella “porta del fuoco”,elemento trasformatore e solutore di un lavoro plasmato dalle sue mani ed “eternato” nel metallo.
Qui l’artista sosta a contemplare  una parte di sé, dentro il pensiero reso immobile:senza vita, nella vita infinita.Qui la coscienza dell’artista viene travolta dal mistero dell’essere, nell’oggi e nella perpetuazione della creazione. Quale disagio o quale felicità? Quali dubbi o quali certezze? Le sue stesse opere saranno le uniche testimoni , oltre noi.
 
                                                                                          Prof Lino Brunelli
                                                                               
                                                                                        Directeur Artsitique de la
 
                                                                           Biennale de Sculpture  de Passy   France


 

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